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domenica 15 maggio 2011

Quante strade deve percorrere un uomo, prima di chiamarlo uomo? (Bob Dylan)


Perché l'uomo viaggia?



Ogni uomo va alla ricerca della propria felicità: c’è chi la cerca nella stabilità di una casa, chi nelle soddisfazioni di un lavoro, chi nella fede.. c’è chi cerca la felicità dentro se stesso, e chi vive per gli altri.
E poi c’è chi viaggia.. 
Veniamo inondati di consigli sul dove, ma poco o nulla ci viene domandato circa il come e il perché del nostro andare. Eppure l’arte di viaggiare pone una serie di interrogativi nient’affatto semplici o banali.

Ma il viaggio può donare felicità?
La strada, fatta di pietre, polvere, asfalto o fango… può davvero essere una strada che porta il viaggiatore prima alla scoperta del mondo e poi di se stesso? Perché alcuni sentono il bisogno, irrefrenabile, di partire? Di che cosa vanno in cerca? Che cosa li spinge ad abbandonare le abitudini e le sicurezze della propria casa, per andare alla scoperta del mondo.
I cieli girano attorno di continuo, il sole sorge e tramonta, stelle e pianeti mantengono costanti i loro moti, l’aria è in perpetuo agitata dai venti, le acque crescono e calano… per insegnarci che dovremmo essere sempre in movimento.

L’impulso a viaggiare è irrefrenabile, fa parte della natura umana, è una passione che divora e arricchisce allo stesso tempo, come il desiderio della felicità. Gli innumerevoli scopi del viaggiare si intrecciano e non sempre sono chiari per chi resta, ma spesso neppure per chi parte.

C’è l’irrequietezza, che è bisogno di conoscere cose sempre nuove, far spaziare lo sguardo, perdersi nell’immensità del mondo.:


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