Tutti i nostri problemi personali, i nostri dispiaceri, i vari stati di nevrosi, di sofferenza psicologica che sembrano dominare la nostra vita, hanno la loro origine nei nostri pensieri.
Se esaminiamo quello che è realmente il problema troviamo - immancabilmente - che è il nostro pensiero a proposito di quelle circostanze che crea il problema. E' la nostra interpretazione intellettuale degli eventi e la reazione emozionale che deriva da quest'interpretazione.
Quest' idea che il pensiero è il nemico, che il pensiero è la causa piuttosto che la soluzione di tutti i nostri problemi, ecco qualcosa che è per noi difficile da accettare.
Siamo stati educati a credere nel potere del pensiero. Dopo tutto è il pensiero che ci distingue, noi gli umani, da tutte le altre creature viventi. E' solo attraverso il pensiero che sperimentiamo il sentimento d'una identità personale. Penso dunque sono. Senza pensiero non sono niente. I pensieri sono delle parole, delle frasi impiegate per interpretare la realtà dell'esperienza.
Ma pensare, e soprattutto pensare troppo, fa effettivamente così bene? O forse sarebbe meglio agire d'impulso evitando che il nostro pensiero contamini la spontaneità della nostra azione?
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