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martedì 25 ottobre 2011

Fabio Volo - Il Tempo Che Vorrei



L'amore è come la morte: non si sa quando ci colpirà. La morte non si può evitare, ma un controllo possiamo averlo: per esempio possiamo decidere il momento. L'amore no, non È possibile pianificarlo, non si può decidere di amare. 

Viviamo senza poter sapere quando la donna o l'uomo che ci sconvolgerà entrerà nella nostra vita. Potrebbe arrivare, come purtroppo è successo a me, quando ormai non si è più nemmeno capaci di amare. Ci sono periodi in cui ci piacerebbe essere sconvolti da qualcuno, ma non è detto che la semplice forza del nostro desiderio ce lo faccia incontrare. come quando si esce per fare shopping, spinti dal desiderio di comprare qualcosa, ma non si sa cosa. Potrebbe essere un libro, una sciarpa, un paio di occhiali o un profumo, ma a volte succede che "non ho preso niente, perchè non ho trovato nulla di interessante".



Prima di incontrare lei avevo mille storie in ballo, mille avventure. Mi piaceva vivere così, il fascino della novità È stato per anni come una droga cui non potevo rinunciare. Poi è arrivata lei e ho sentito che stava succedendo qualcosa di diverso. Tanti particolari mi hanno fatto capire che con lei non era come con le altre; uno di questi era che quando le parlavo non mi andava di scegliere le parole, ma solo di dire tutto quello che sentivo e provavo. Con lei ho capito che mi sarei dovuto fermare, ma poi, invece di amarla fino in fondo, mi sono accorto che era arrivato il conto da pagare: ho scoperto che non ero più in grado di amare. Se qualcuno mi avesse chiesto se la amavo, avrei risposto "sì". In fondo, però, non sapevo se l'amavo veramente. Mentre cercavo di capire se ero ancora capace di farlo, ho iniziato a fingere l'amore. La capacità di fingere l'avevo già sperimentata ed era ormai un'abitudine per me. Ci riuscivo bene, avendo finto per tutta la vita. Pensavo che sarebbe stato facile anche con lei. Solitamente le persone che fingiamo di amare imparano ad accontentarsi, forse perchè, anche se l'amore che si riceve non è vero, È però vera l'offerta, l'intenzione. Il volere, il desiderio di farlo. Invece d'ingannare lei ho ingannato me stesso. Perchè a un certo punto ci ho creduto veramente. L'odio non si può fingere, l'amore sì. Anche se non per molto. Per assurdo l'amore che fingevo era la cosa più vera della mia vita. Nelle storie spesso succede che prima si sta bene poi si sta male. In alcuni casi "si sta". Si sta e basta, nè bene nè male. Noi no. Perchè lei piuttosto che "stare" ha preferito andarsene. A lei non bastava più l'intenzione, l'offerta, il desiderio di farlo. Come dice Byron: "Nella sua prima passione la donna ama il suo amante, in tutte le altre ciò che ama È il suo amore". Il mio vero amore tardava ad arrivare. E lei stava mettendo la sua vita nelle mie mani. Troppa responsabilità, troppa fragilità, troppa paura. Accogliere la vita di una persona tra le proprie braccia significa molto, forse troppo per me. Significa prendersi tutto: i suoi sogni, le sue paure, i suoi desideri, il suo modo di pensare, i suoi valori, il suo modo di amare, di fare l'amore, di parlare. Perfino gli orari del suo lavoro. Il suono della sua sveglia, che la mattina suonava prima della mia. Adesso che sono cambiato, però, e che ho capito molte cose, la rivorrei qui con me. Per questo l'ho chiamata, perchè magari il treno non l'ho perso del tutto. Come quando scendendo le scale per prendere la metropolitana sento il treno che arriva e corro pensando che sia quello che devo prendere, invece mi sbaglio ed è quello dall'altra parte. Magari il mio con lei non è ancora partito, È ancora lì con le porte aperte. Alla fine sono passati due anni, ma ancora la cerco e ci penso. Cosa mi manca di lei? Mi manca soprattutto il futuro. Nel senso che mi mancano tutte le cose che ancora non so e che vorrei scoprire con lei. Mi manca tutto ciò che avremmo potuto vivere insieme. Mi manca sentire sulla schiena il suo seno e il caldo del suo corpo quando al mattino, dopo aver spento la sveglia, si avvicinava a me. Mi manca molto abbracciarla da dietro e tenere il suo seno nella mano. Tutti gli incastri tra braccia e gambe al mattino sono una dose di tranquillanti. Mi manca fare l'amore al risveglio, quando ti baci con la bocca chiusa, e mi manca l'odore della sua pelle. Mi manca quando la sera a letto mi scriveva sulla schiena le sue confessioni d'amore e io dovevo capire le parole. Cercare nel dormiveglia un piccolo contatto. Che non è starsi addosso, È un'altra cosa, è un piccolo sentire, semplice calore appoggiato. E aggrapparsi con delicata consistenza alla felicità di saperla lì, al tuo fianco. Mi mancano quei momenti in cui lei appoggiando due dita al polso della vita si assicurava che il nostro battito fosse giusto e mi rassicurava. Mi manca trovarla a casa quando rientro e sentire il profumo di quel che sta cucinando. Ancora adesso mi ritrovo certe sere a fare liste ed elenchi di cosa mi manca, di cosa è cambiato e cosa ho perso. Mi fa male, ma alla fine mi fa sentire vicino a lei. E dal momento che lei mi ha lasciato per colpa mia e non perchè non mi amava più, leggo e rileggo la frase di Ovidio e penso che quelli come me esistono da sempre: "Non posso vivere con te nè senza di te". 

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