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venerdì 15 luglio 2011

kahlil gibran


Nel parco di un manicomio
incontrai un giovane
dal volto pallido e bello e trasognato.
Sedetti accanto a lui sulla panchina
e chiesi
“Perché sei qui?”
Mi guardò con occhi attoniti
e disse:
“E’ una domanda poco opportuna, la tua,
comunque risponderò.
Mio padre voleva fare di me una copia
di se stesso, e così mio zio.
Mia madre vedeva in me l’immagine
del suo illustre genitore.
Mia sorella mi esibiva il marito
marinaio
come il perfetto esempio da seguire.
Mio fratello riteneva che dovessi essere
identico a lui:
un bravissimo atleta.
E anche i miei insegnanti,
il dottore in filosofia,
e il maestro di musica, e il logico,
erano ben decisi;
ognuno di loro voleva
che io fossi il riflesso
del suo volto in uno specchio.
Per questo sono venuto qui.
Trovo l’ambiente più sano.
Qui almeno posso essere
me stesso



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