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giovedì 27 ottobre 2011

Fabio Volo - Un posto nel mondo



Per me “cambiamento” era una brutta parola. Significava stare male. Ed è stato molto difficile liberarsi da questa paura che mi ha paralizzato per molti anni. Non cercavo cambiamenti, ma stabilità.
Le mie decisioni erano totalmente condizionate da questa paura, e chi è spinto dalla paura non fa mai scelte che esprimono i propri sentimenti, ma che lo fanno sentire semplicemente meno spaventato e più tranquillo. Volevo sempre tenere tutto sotto controllo. Volevo situazioni governabili, nel lavoro, nel rapporto con gli altri, nelle relazioni di coppia. Non avrei mai potuto lasciare il mio lavoro, mettere tutto a rischio, tutto in discussione.

Impossibile per me. Quindi, a causa di questa paura, subivo una vita che non era la mia. Non stavo vivendo il mio destino. Forse solo poche persone vivono realmente il proprio destino, e io non ero sicuramente tra quelle. Ne vivevo uno che mi aveva praticamente investito.


Io me l’ero cucito addosso come un abito e pian piano mi ero convinto che fosse il mio. Anche se a volte mi accorgevo che in certi punti stringeva un po’. Ma ci si abitua a tutto. A un lavoro che non piace, a un amore finito, alla propria mediocrità.

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